La Càvera |
Era una sorta di macchina che serviva per forgiare attrezzi e oggetti di legno, così chiamata per il profilo vagamente simile a quello di una capra. Su questo arnese, seduto a cavalcioni, l'operatore, dopo aver abbozzato il ceppo di legno con l'uso di particolari asce curve ed affilate, procedeva alla realizzazione degli oggetti in maniera più minuta, servendosi di particolari lame a due manici (“cultel a du manec” o coltello a petto), di sgorbie e di lime. Ne esistevano di diverse fogge e funzioni, impiegate per lavorare soprattutto pioli, traverse, staggi ma anche per la realizzazione delle gambe per sedie. L'artigiano si sedeva sul sedile di questa specie di panca a tre gambe, bloccando l'oggetto da lavorare tra una piccola asta infissa vicino al sedile e un'altra regolabile più lunga che scorre all'interno di una fessura orizzontale; tenendo il pezzo fermo con l'aiuto dei piedi, l'artigiano aveva le mani libere per utilizzare il coltello a petto nella lavorazione dei singoli pezzi.Nelle antiche case contadine era importante poter produrre in casa tutto quello che serviva nella vita di ogni giorno, quindi molte abitazioni possedevano questo utensile.Il capofamiglia, dopo il lavoro nei campi o in bottega, la usava per forgiare attrezzi e oggetti, costruire scale e sedie, intagliare piccoli giocattoli per i figli, fabbricare zoccoli.Oltre che dai contadini stessi, era utilizzata anche dai seggiolai, i “cadregàtt”, che operavano anche a domicilio spostandosi di paese in paese. Lierna, Genico |